Alighiero Fabrizio Boetti ( Torino, 1940 - Roma, 1994) Il suo approccio all'arte è precoce.
E' un legame speciale quello che lega la Capitolium Art alla città di Roma: la nostra sede romana si trova proprio nell'ex studio di Mario Schifano, un luogo di grande importanza per la storia dell'arte italiana; i nostri esperti potranno così valutare di persona e rapidamente le opere dell'artista. Leggi la biografia completa
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La produzione
La produzione artistica di Alighiero Boetti è dapprima legata all’ambiente della città natale. A Torino partecipa all’Arte Povera diventandone membro ufficiale. I lavori sono contraddistinti dall’utilizzo di materiali d’uso comune e dalla serialità: eternit, legno, carta, ferro, vetro, tessuto, cartoline postali. L’intervento umano è ridotto al solo pensiero che determina la composizione del lavoro finito. Nei primi anni ’70 l’interesse per la geografia e la geopolitica si intensifica. Avvengono i primi viaggi in Afghanistan, il trasferimento a Roma e il distacco definitivo dall’arte povera. Il lavoro di Boetti si concentra sull’utilizzo della calligrafia e della parola come forma d’arte, della tecnica dell’arazzo e della penna a sfera.
Dalla metà degli anni ’70 i viaggi rivestono un ruolo fondamentale nel processo di maturazione dell’idea artistica di Boetti dove contaminazione ed eclettismo diventano cifra estetica.
Come valutare un’opera di Alighiero Boetti
La condizione necessaria per poter approcciare un processo valutativo nei confronti di un’opera di Alighiero Boetti è di avere la certezza della sua autenticità che può essere confermata soltanto in presenza di un certificato scritto da parte dell’Archivio Alighiero Boetti in Via Valadier a Roma, diretto da Matteo e Agata Boetti.
Altre caratteristiche che poi vanno considerate per determinarne lo specifico contesto storico dell’opera e la sua struttura tecnica sono la provenienza, le eventuali pubblicazioni e bibliografia, la tecnica, l’anno di esecuzione, le dimensioni e infine, ma non ultimo per importanza, lo stato di conservazione.
Dettagliare la storia di un’opera garantisce sempre una maggiore appetibilità commerciale soprattutto in presenza di provenienze da collezioni autorevoli o di pubblicazioni ufficiali. Il catalogo generale edito da Electa in tre tomi tra il 2009 e il 2015 a cura di Jean Christophe Amman è uno strumento fondamentale di comparazione e identificazione delle opere. Boetti ha partecipato inoltre a cinque biennali di Venezia e alla quinta e settima edizione di Documenta a Kassel.
Nel caso di opere multiple (stampate su carta, tela oppure scolpite) si dovrà considerare con maggiore attenzione la tiratura che indica indiscutibilmente il numero di esemplari prodotti.
Scaglioni e coefficiente
Una volta determinata la certezza dell’autenticità, dovranno essere rintracciati dati storici di vendite passate di opere che condividano con l’esemplare da valutare le stesse caratteristiche storiche, tecniche, e qualitative. Tali dati possono essere estrapolati con occhio esperto dai cataloghi e dai listini delle aggiudicazioni delle case d’asta ma anche dalle vendite private e di galleria che soltanto l’esperienza del valutatore professionista può conoscere.
Alla luce di queste considerazioni possiamo individuare alcuni scaglioni e parametri di valutazione che potranno permettere di individuare sommariamente il valore di un’opera. Solitamente la somma di questi fattori viene indicata con il nome di coefficiente che altro non è se non un indice numerico espresso in punti che andranno moltiplicati per le dimensioni dell’opera (identificate nella somma della base e dell’altezza) da valutare. Chiaramente soltanto l’intervento di un valutatore esperto potrà poi determinare o meno la validità dell’operazione.
Mercato
Il mercato di Alighiero Boetti è piuttosto giovane e va considerato dai primi anni del 2000 quando la media dei prezzi ha iniziato a salire. C’è stato un primo picco nel 2014 a cui è seguito un periodo di lenta ritrazione fino al 2022. Nel giro di un anno i prezzi del 2014 si sono raddoppiati e quasi triplicati come nel caso degli arazzi. Tale condizione indica un momento di grande speculazione che determina incertezza su una possibile continuità della crescita ma che alimenta anche le speranze di alcuni investitori più spregiudicati. Per chi ha intrapreso investimenti in tempi non sospetti, ha acquistato una tantum o ha ereditato, il momento è assolutamente consigliato per la vendita. Dato invece il costante crescere delle quotazioni nel corso degli ultimi vent’anni e la conseguente acquisita consistenza economica dell’artista l’acquisto è consigliato per investimenti a lungo termine.
Valori
Anni ’60: è difficile stabilire per Boetti un metro di valutazione generale per orientarsi nella valutazione di un’opera di questo periodo. La varietà della produzione, la crescita verticale dei prezzi e l’esiguità dell’offerta dovuta alla rarità delle opere concorrono a rendere impossibile la definizione di un metro di valutazione generico e unitario. Le valutazioni andranno quindi elaborate sulla base di opere specifiche.Anni ’70 (arazzi): per gli arazzi a 16 lettere il coefficiente può variare da 170 a 190 punti circa (per un’opera 20x20 per esempio la stima potrebbe variare da 65.000 a 75.000 euro). Quando la composizione o il colore cambiano differendo dai temi classici allora la valutazione può salire anche di molto. L’arazzo in bianco e nero “Segno e Disegno” per esempio ha realizzato negli ultimi due anni cifre tra i 120.000 e i 220.000 euro. La mappa geografica è il soggetto più richiesto e il top lot è stato di 4.500.00 euro nel 2022.Anni ’70/’80 (biro): per quanto riguarda le opere su carta tratteggiate con la penna a sfera, le cosiddette “biro”, si può genericamente stabilire un coefficiente da 60 a 80 punti (per un’opera 70x100 da 100.000 a 130.000 euro)Anni ’70 (carte generiche): La varietà della produzione di boetti non permette una categorizzazione dettagliata e quindi limitiamo questa categoria a due gruppi, di cui uno più definito, quello dei Calendari che possono fare tra 18.000 e 24.000 euro ciascuno e uno generico comprendente le altre opere su carta (Pochoir, faccine, lettere, Stencil, tecniche miste, collage) per cui è possibile stabilire un coefficiente generico tra 1 e 3 punti (per un’opera 40x50 cm si potrebbe stabilire una stima tra 12.000 a 36.000 euro)Anni ’80 (arazzi): per gli arazzi a 16 o 25 lettere il coefficiente può variare da 130 a 160 punti circa (per un’opera 20x20 per esempio la stima potrebbe variare da 50.000 a 65.000 euro).Quando la composizione o il colore cambiano differendo dai temi classici allora la valutazione può salire anche di molto. Il record price di questo periodo per le mappe è di oltre 7.000.000 nel 2022 (cm 259x585)Anni ’80 (carte generiche): La varietà della produzione di boetti non permette una categorizzazione dettagliata e quindi limitiamo questa categoria a due gruppi, di cui uno più definito, quello dei Calendari che possono fare tra 8.000 e 14.000 euro ciascuno e uno generico comprendente le altre opere su carta (Pochoir, faccine, lettere, Stencil, tecniche miste, collage) per cui è possibile stabilire un coefficiente generico tra 1 e 3 punti (per un’opera 40x50 cm si potrebbe stabilire una stima tra 12.000 a 36.000 euro)Alighiero Fabrizio Boetti ( Torino, 1940 - Roma, 1994) Il suo approccio all'arte è precoce.
E' un legame speciale quello che lega la Capitolium Art alla città di Roma: la nostra sede romana si trova proprio nell'ex studio di Mario Schifano, un luogo di grande importanza per la storia dell'arte italiana; i nostri esperti potranno così valutare di persona e rapidamente le opere dell'artista. Dopo un'interssamento scolsatico per Poul Klee, scopre i tagli di Fontana e l'arte orientale. Inizia a viaggiare sin da giovane e a Parigi studia e pratica incisione. Tra il 1963 e i 1965 compie ricerche sull'utilizzo di diversi materiali, quali gesso, plexiglas e vari congegni luminosi. Le sue prime opere raffigurano oggetti industriali e sono disegni su carta, incisioni e monotipi. Nel 1966 si dedica alle prime opere tridimensionali, riferite ad oggetti di uso quotidiano, secondo il concetto dell'accumulazione. Insieme ad Anselmo, Calzolari, Fabro, Kounnelis, Merz, Paolini, Penone, Pistoletto, Prini e Zorio, prende parte al movimento Arte Povera, da cui si distaccherà dopo un non lungo periodo. Il suo lavoro si basa sui concetti di serialità, ripetitività e paternità dell'opera d'arte. Partecipa ad importanti rassegne ed esposizioni in tutto il mondo, viaggiando sempre con curiosità di conoscienza.